il romanzo "Autorevole amore" | stampa pagina |
Ora davvero si aspettano giornate di sole qui da noi.
L’assassinio in rue Talma deve certo essere avvenuto in ore notturne, lo sa Fabian d’Ain; c’era assai chiarore lunare dove la strada lì s’incrocia con rue Singer. Ottimo il risultato del delitto. La scrittura – cioè la vittima – dicono all’ospedale Chardon-Lagache non dev’essersi pressoché accorta di nulla: l’hanno ritrovata domenica mattina nel silenzio del 16. arrondissement. Dicono fosse così serena nell’espressione. Ah, l’immagine della scrittura, così candida e senza nessun segno di violenza.
È stata uccisa da una parola, si dice; probabilmente è questa l’arma del delitto: una parola, una sola, anche se d’Ain non sembra ancora poterlo provare. Bisognerà pure e prima ritrovarla questa parola!
È poi anche ovvio che da sole le parole non uccidono. Chi, quindi, l’assassino? E con quale movente?
Intanto il suicidio l’hanno già escluso con certezza: la scrittura non s’impone mai, da sola, la morte.
C’è un testimone, ci sarebbe anzi: Julien de Pouvoir. È stato ritrovato privo di sensi sul luogo del sinistro. Teneva stretto sul petto La mort de César, di Voltaire. Sa di sicuro qualcosa di preciso, ma pare del tutto aver perso la memoria, dalle ore della sciagura; è un bibliotecario di rue du Ranelagh. Dicono conosca tutto sulla scrittura, e forse la seguiva da anni, intuendo il grave pericolo che la minacciava. Avrebbe insomma voluto proteggerla, ed è stato sfortunato stavolta, purtroppo.
Un amico di Julien, Fabrice Vasco, anch’esso bibliotecario e libraio ha detto a d’Ain d’un cruccio, visibile gli ultimi mesi nelle abitudini del suo collega. Secondo Vasco il de Pouvoir era da tempo addirittura ossessionato da un’aria di Händel, Verdi prati e da tutta l’Alcina. Pare stesse scoprendo attraverso quell’Opera qualcosa d’essenziale e forse in grado di salvare la stessa scrittura. Aveva la settimana prima confessato a Vasco d’essere a quel punto a un notevole risultato, ormai definitivo, e di poter presto procedere ad un lavoro unico di salvataggio. Ma è stato preceduto – per un attimo soltanto – da quella parola, tanto magica forse quanto le note di Händel, e nulla ha potuto. Lo sconforto più grande l’ha colto subito sulla strada. Adesso si trova in terapia speciale presso l’ospedale, dirimpetto alla chiesa d’Auteuil.